venerdì 18 novembre 2016

Capitolo IX - Take me out, tonight



[N.b.: tutti i messaggi sono copiati da WhatsApp, non sono stati modificati in alcun modo]

Quindici marzo duemilaquindici. Il giorno della “prova del nove”. Mi sveglio e decido di non scrivere a Francesca; io ho il suo numero di telefono, lei ha il mio. Se mi contatta lei, bene, sennò niente, si è già dimenticata di tutto. Faccio colazione. Niente. Mi vesto. Niente. Esco di casa, faccio il solito giro della domenica, niente. Torno. Sento l’inconfondibile suono delle notifiche di WhatsApp.
1 nuovo messaggio – Francesca Lanera
- Buongiorno!!! 😊
- Buongiorno 😄 Ho catalogato un po' le foto; alcune sono proprio belle! *-*
- Lo so!!! 😍 Ci divertimmo un sacco!!!
- Infatti!
- Tutto il giorno sono stata a ricordare i momenti della gita
- Madò, anche io, ricordo i momenti della gita e penso "come sarebbe andata se avessi fatto questo?"
- Ehh.... è vero!!! Purtroppo è tutto finito!!
- Che peccato.. Però noi continuiamo a vederci 
- ASSOLUTAMENTE SI!!😚 Sempre !!!

Questa è la nostra prima conversazione su WhatsApp.
Alle 21:27 ricevo una foto e un suo messaggio; prontamente le invio una foto di risposta:

 
-Lo tengo sempre al braccio 💓
-Non sei l'unica 💓



La settimana procede con un ritmo più o meno costante: interrogazioni, compiti in classe, SelfieOfTheDay - riporto qui solo alcuni dei selfie della settimana, gli altri sono tutti nell'album apposito su Facebook -, la vita di tutti i giorni, con una sola differenza. La ricreazione non la passo più in classe, sono sempre con Francesca. Parliamo tantissimo, scopriamo le nostre personalità, scaviamo nelle nostre vite. 
  
Decidiamo di uscire insieme, giovedì 19 marzo. Sono agitatissimo già dalla mattina, non so se parlarle di cose più profonde di una semplice amicizia o no. Non ne parlo con nessuno, o quasi. Il karma, però, decide che non possiamo uscire di giovedì. Cause di forza maggiore volgono la mia attenzione verso Akyra, il setter irlandese della famiglia. Passo l’intero pomeriggio a casa, ma i discorsi con la signorina – ormai la chiamo così, da quando mi ha detto che le piace se la chiamo signorina – non mancano.
-Sai che ci sarà un’eclissi di sole parziale domani mattina?
-Sì sì, lo so; vorrei tanto vederla, lo sai che mi affascinano queste cose
-Anche a me affascinano molto, quindi nel momento di massima eclissi verrò a chiamarti e ti farò uscire!
-Non che io non voglia, ma.. proprio in quel momento la professoressa di matematica dovrebbe interrogare ed è probabile che mi interroghi. Facciamo che chiedo io di uscire quando capirò se c’è l’eclissi, sai, per non rischiare
-Come vuoi; io chiederò di uscire e basta, non posso permettermi di perdere uno spettacolo del genere
-Che se non la vediamo domani dobbiamo aspettare il 2026!
-E il 2026 è troppo lontano ahaha
-Già! Tu pensa: fra 11 anni.. chissà cosa saremo diventati 😍
-E tutto questo a causa di una gita, anzi, di Cards Against Humanity ahaha
-Ahahahaha […] sai, io non sarei dovuta venire in gita..
-No??
-All’ultimo momento poi i miei decisero di mandarmi, e per fortuna, altrimenti non ti avrei mai conosciuto!
-Non voglio neanche pensarci! Dove posso trovarla domani, signorina?
-9s, caro 😍
-Perfetto, a domani allora!
Venti marzo duemilaquindici. L’eclissi la vedo in diretta uscendo tatticamente durante l’ora di inglese. Il professore ci vieta di uscire per l’eclissi; io per tutta risposta nascondo le lenti oscurate sotto la maglia e chiedo di andare in bagno. Incrocio Francesca, uscita prima di me, mentre torna in classe; la loro professoressa è molto nervosa, non può tornare a vedere l’eclissi con me.


Ci organizziamo per uscire il giorno dopo; è sabato, io non dovrei rimanere di nuovo a casa – salvo imprevisti – e non ci sono problemi per le materie da studiare per il giorno dopo. Passo l’intera serata a pensare a cosa potrei dirle; una delle sue amiche mi ha consigliato di farmi avanti, di rivelarle tutto. Non dovrei avere problemi. Nonostante tutto, non so come dirglielo. Non riesco a dormire, mi giro e rigiro nel letto immaginando le situazioni più disparate. “E se mi dice di no?” “Se poi non vorrà più vedermi?” “Se mi blocco nel discorso?”
Immerso nei pensieri, mi addormento. Spesso, preparare un discorso non aiuta. Certe cose bisogna viverle d’istinto, non prepararle nell’arco di mesi. Imparerò questa lezione tra meno di ventiquattro ore.

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