Alla fine del secolo scorso, Montmartre è un villaggio pieno di verde, dove regna la gioia di vivere. Il paradiso dei pittori. |
- Stanislas Lépine
- Montmartre, rue Saint-Vincent
- Olio su tela, cm 67,5 x 48,5
- Firmato in basso, a sinistra "S. Lépine"
- Dipinto nel 1878
- Parigi, museo D'Orsay
IL CONTESTO
La Montmartre che ci presenta Lépine è un villaggio alla periferia di Parigi della fine del secolo scorso, paradiso dei pittori e degli artisti così come dei vagabondi, dei senzatetto e dei borghesi in cerca d’avventura. Tutto un mondo sicuro di trovare, in questo sobborgo della grande città, una capanna dove rifugiarsi o un cabaret (magari il Lapìn Agile dove, vent'anni dopo, Picasso stabilì il suo quartier generale) dove bere un bicchiere o dove trovare delle donne da corteggiare.
IL LUOGO
Rue Saint-Vincent è la strada più apprezzata dai pittori. Questa arteria era molto conosciuta nel secolo scorso anche perché confinava con il famoso «maquis», terreno vago, sistemato a bicocche, che ospitava vagabondi e artisti in attesa di gloria. Essa ispirò tutti i pittori di Montmartre, da Lépine a Utrillo, e le loro tele resero famoso in tutto il mondo quello che diventerà un quartiere di Parigi. Lépine, ingiustamente considerato un piccolo maestro impressionista, dà qui una lezione ai più grandi. Trattato alla maniera di Corot, questo scorcio è colto in un pomeriggio assolato. I bassi edifici, gli alberi, gli abitanti che conversano sull'uscio di casa, la spontaneità della donna al centro del dipinto che torna dal mercato, riflettono la dolcezza di vivere di Montmartre, ormai solo un ricordo.
LA CRITICA
Pittore senza successo, Lépine fu risparmiato dagli attacchi di una critica virulenta. Gli si riconosceva del talento, ma non del genio.
LA STORIA
Acquistato da Fauvel Rigolos, il dipinto fu trasferito a Buenos Aires. Riportato in Europa, integrò a Parigi la collezione Eduardo Mollard, che in seguito lo diede allo Stato francese. Esposto al museo del Jeu de Paume, entrò infine nel 1986 al museo d'Orsay.
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