-Ciao, io sono Marco.
-Piacere, Francesca.
Un nome che difficilmente avrei dimenticato nella mia vita.
Non avevo mai visto Francesca, né in giro per il Liceo durante le pause tra un’ora
e l’altra, né durante la festa della creatività, giorno in cui andavo in giro
con un cartello indicante Free Selfies.
Il nostro primo discorso finisce così; continuiamo a giocare
a Cards Against Humanity, ci divertiamo, tutto nella norma. Il programma del
viaggio segna, come prima tappa, Ferrara. Arrivo previsto alle 15:00, visita
della città: Palazzo dei Diamanti, Cattedrale di S. Giorgio, Castello Estense,
Sinagoghe. Arriviamo alle 14:00; un’ora in più per girare! Partono subito le
prime foto, si inizia già a respirare l’arte, per poi entrare nel Castello
Estense. Un’attesa estenuante nel cortile, poi si può fare un giro. Rivedo
Francesca; il caso vuole che entrambi dobbiamo andare dalla stessa parte, e
cioè nella zona interrata del castello, quella in cui sono presenti le
prigioni. Ci addentriamo in questi luoghi umidi e angusti, intorno a noi ci
sono solo graffiti ormai distrutti dal primo nemico dell’arte: il tempo. Si
respira aria di chiuso, secoli prima chissà chi aveva abitato le prigioni.
-Io soffro di
claustrofobia, andiamocene di qua. – Mi dice Francesca.
Colgo la palla al balzo: - Ci sono io, tranquilla, non ci mangia di certo nessuno! Al massimo
facciamoci una foto e andiamocene.
Il Castello Estense e le “prigioni di qualcosa di Ferrara” –
questa fu la descrizione del selfie, prontamente pubblicato su Instagram – ci regalano un primo attimo immortalato.
Sono euforico, trasmetto tutta la mia euforia in una serie di duecentocinquanta foto volte ad inquadrare le tele affisse in una mostra d’arte impressionista; davanti alla tela, io e l’immancabile Gianluca tentiamo di imitare le pose delle figure ritratte. Non ci siamo solo noi due in realtà in tutte queste foto: compare anche una terza figura, una ragazza. Non è Francesca. È colei che mi ha contagiato per ben quattro anni, che ha saputo trattarmi (in)degnamente. Ripeto: arriverà il momento in cui dovrò parlare di lei.
Un ultimo saluto al Castello, lasciamo due dediche, poi ci spostiamo;
continuiamo a visitare Ferrara, io sono lontano da Francesca, ma alla fine, non
è che la conosco. Strade su strade, odori diversi da quelli che hanno sempre
direzionato i tuoi sensi, una neolaureata che festeggia con gli amici. Ferrara
è una città come tutte le altre, alla fine. Sono le 17:45, ci saremmo dovuti
recare a Bussolengo – città in cui avremmo dormito – alle 17:30. Poco male,
siamo arrivati in anticipo e ce ne andiamo in ritardo. Un ultimo selfie di
gruppo, poi arriva il pullman. Francesca si siede subito dietro di me, iniziamo
a parlare, a conoscerci.
-Ho visto che hai già
pubblicato il selfie nella prigione!
-Beh, sì, volevo
mostrare al mondo come ci divertiamo; sto anche pubblicando altre foto, man
mano che le faccio.
-Ti piace molto fare
foto?
-Selfie soprattutto,
almeno quest’anno.
Parte la fase “Marco lo sborone”.
-Sai, quest’anno ho
deciso di fare un selfie al giorno tutti i giorni. È un progetto che voglio
portare avanti tutto l’anno, l’ho chiamato SelfieOfTheDay; chissà, un giorno ci
sarai anche tu!
-Davvero? Le si
illuminano gli occhi come quando un bambino vede per la prima volta la neve. Sarebbe fantastico!
-La speranza è l’ultima
a morire!
Sfortunatamente, la tratta Ferrara Bussolengo non dura molto.
Ceniamo – se si può definire cena, quella che gli hotel rifilano agli studenti
in gita – e andiamo a dormire. Io sono in camera con Gianluca; una doppia tutta
per noi, come l’anno scorso. Mi siedo sul letto, riorganizzo le idee, penso a
quello che sta succedendo. Mi chiamano in un’altra stanza, dove si trova anche
la fantomatica ragazza; ridiamo e scherziamo, eppure qualcosa in me sta
cambiando. Non le riservo più le stesse attenzioni di prima. Sarà colpa del
viaggio, non posso di certo cambiare dalla mattina alla sera. Torno in camera,
inizio a sfogliare le foto scattate durante la giornata, mi soffermo su quella
con Francesca. Sorrido, vado avanti. Ne scelgo una e mi accingo a scrivere il
SelfieOfTheDay.
Day 70:
Primo giorno di gita in diretta da Ferrara! Eccoci in una mostra d'arte espressionista, giusto due cose:
1) È ufficialmente iniziato su Instagram l'hashtag "triptotop", dove cercherò di caricare live (internet permettendo) alcuni selfie descrittivi delle giornate
2) Su 250 selfie in una giornata, come posso sceglierne solo uno?? È veramente difficile.
Beh, dopo queste due piccole note, vado a dormire, che il sonno oggi è tanto..
..
..
Sí, credici, Marco..
In realtà, spengo il telefono e vado a dormire; sono stanco,
ho bisogno di riflettere con me stesso. Niente da fare, il sonno prende il
sopravvento. Vabbè, rifletterò con me stesso domani mattina.
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