lunedì 17 ottobre 2016

Capitolo I - L'inizio di un nuovo inizio

Dieci marzo duemilaquindici. Una giornata come le altre. Mi sveglio, devo andare a scuola; Liceo Scientifico, IV C, l’aula di ogni martedì. Faccio colazione, mi lavo i denti, mi vesto, lo zaino è pronto – non ho mai portato un libro, a scuola, sempre e solo quaderni – e posso finalmente uscire. Zero preoccupazioni, oggi è una giornata un po’ diversa dal solito, in classe l’argomento principale è uno solo: viaggio d’istruzione. Destinazione? Ferrara, Mantova, Verona, Venezia, Vittoriale. Più mete per quattro giorni di pausa dalle lezioni.
Abbiamo sudato molto per ottenere questa gita – diciamocelo, alla fine l’istruzione c’è, ma si va fondamentalmente per divertirsi – e, dopo mesi di lotte, abbiamo ottenuto ciò che volevamo. Tra le varie destinazioni si poteva scegliere tra la Sicilia, la Liguria e le sue Cinque terre, ma qualcosa ci ha spinti ad optare per il Veneto.
A volte sai che sta succedendo qualcosa nell’Universo, a volte tutto si allinea perfettamente e gira come vuoi tu, anche se hai contro quasi tutta la classe, che sinceramente avrebbe preferito altre mete.
Tutto è deciso, il versamento è stato fatto con un ritardo non voluto allarmante, siamo pronti. Torno a casa, pranzo, ma penso ad altro. Penso a come finalmente potrò allontanarmi dal Liceo, da quella professoressa che proprio non sopporto, dai compiti, dalle interrogazioni, dalle ansie. Una visita veloce dal barbiere e subito a preparare la valigia. Il pigiama tattico arancione raffigurante Taz c’è, l’outfit a tema Magic: The Gathering per Venezia c’è, il SelfieOfTheD.. 
“Oh nose, il SelfieOfTheDay!”
Il 31 dicembre 2014, allo scoccare della mezzanotte, decisi di raggiungere, nel nuovo anno, due obiettivi: trovare una fidanzata e portare avanti per tutto l’anno un progetto giornaliero. Due decisioni dettate dalla solitudine, dato che quel giorno la neve bloccò tutte le vie per raggiungere i parenti, quindi ci limitavamo ad apparecchiare le tavole per la “famiglia stretta” e inviare le foto tramite WhatsApp agli zii. Il progetto partì il primo dell’anno, naturalmente, e lo battezzai come SelfieOfTheDay: un selfie al giorno per trecentosessantacinque giorni con annessa descrizione della giornata. Un modo come un altro per dimostrarmi che si può essere felici anche senza seguire pedissequamente una ragazza, che per quattro anni ti ha illuso e messo i piedi in testa, usandoti e riciclandoti a proprio piacimento. Ma per parlare di questo ci sarà un capitolo apposito. Trovare una fidanzata poteva sembrare una scelta un po’ egoista o immorale, ma anche quello era un modo per darmi forza.
Prendo il telefono, attivo la fotocamera interna, riapro la valigia, scatto il selfie. Apro Facebook, carico la foto e preparo la descrizione. Dieci marzo, sessantanovesimo giorno dell’anno.


Day 69:
Valigia pronta, finalmente! E domani si parte, destinazione Veneto! I SelfieOfTheDay vi accompagneranno nel viaggio d'istruzione, la cosa sarà abbastanza interattiva.
Solo una piccola domanda, a cui potremo rispondere solo al ritorno dal viaggio, sabato notte, quindi nel SelfieOfTheDay di domenica: ho spostato, come ogni settimana, tutte le foto dal telefono al pc. Quante foto ci saranno sul telefono alla fine della gita? Di queste, quante vedranno Erica inquadrata? Non dico "scrivetelo nei commenti" perchè il mio profilo morde a chi commenta, però dai, commentate, sarete i miei nuovi migliori amici!
Erica, la ragazza che più di tutti ricorderò, della classe. Siamo cresciuti tanto in cinque anni, ma senza accorgercene, siamo cresciuti insieme. Discorsi infiniti, rivelazioni, parolacce reciproche. Tutto, Erica è tutto. Per quanto riguarda le foto, il 90% dei ricordi fotografici dei cinque anni nella classe ritraggono la suddetta in ogni posizione esistente al mondo. Anche se, detto così, è un po’ ambiguo..
Soddisfatto della pubblicazione, spengo il telefono – i like non mi sono mai interessati, nell’universo dei SelfieOfTheDay – e vado a dormire. Fiducioso nella nuova gita, nella possibilità di stare con i miei amici e perché no, di conoscerne di nuovi. 
Non potevo minimamente immaginare cosa sarebbe successo nelle dodici ore successive a quel selfie.


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