venerdì 21 ottobre 2016

Capitolo IV - Mantova&Verona



Dodici marzo duemilaquindici. Dopo la colazione in hotel, partiamo per Mantova. La mattinata si svilupperà nella città del Rigoletto, per poi pranzare in hotel e andare a Verona, la città di Romeo e Giulietta. Non aspetto altro. Mantova e Verona le visitai un anno prima con la mia famiglia, e tornare in una città che hai visitato è come parlare di una donna con cui sei già stato. Mi sento Cicerone, ma prima un selfie in pullman da pubblicare su Instagram!
Mantova è una città relativamente tranquilla, nel poco tempo a disposizione visitiamo Palazzo del Te e il Palazzo Comunale. Francesca è nuovamente accanto a me, stavolta cerca lei i selfie. Troviamo una mostra particolare, provocatoria. La visitiamo insieme, non tutti decidono di entrarci; gli altri rimangono nell’immenso parco antistante la mostra. Mantova finisce in modo semplice, nel pomeriggio c’è Verona. Verona bella, direbbe il Principe nel musical Ama e cambia il mondo. Ho sempre visto questa città come un qualcosa di diverso dal solito; le strade ti trasmettono una sensazione diversa rispetto a quella trasmessa da una Roma – gente su gente su gente – o da una Lucca – giappominchia su giappominchia su giappominchia -. Verona è una città dalle mille sfaccettature, eppure ogni volta che la visito la vivo nello stesso identico modo: chiamatemi sognatore, chiamatemi folle, ma io a Verona rivedo Romeo e Giulietta. Non solo in un luogo, dappertutto.
Ci rechiamo presso la casa di Giulietta, il mio sguardo cerca Francesca. La vedo nella mole di ragazzi che si accinge a scattare una foto con la statua di Giulietta.
-Ehi Francesca, e tu la foto con la tetta di Giulietta?
-Non so, si dice che chi la tocca trova l’amore. Io non credo a queste cose.
-Vabbè, non devi farlo per scaramanzia, giusto per la foto. Dai.
-D’accordo, ma sappi che non ci credo!
Foto con Giulietta, torna da me.
-Ecco, l’ho fatta.
-Bene, e con me manco una foto nel luogo di Romeo e Giulietta?

­-Ti piace molto la storia di Romeo e Giulietta? – Mi chiede.
-Beh, è la mia tragedia preferita. Adoro Shakespeare in tutto, e in particolar modo adoro Romeo e Giulietta. Ci sarà il musical a Bari in estate, un musical che vidi in diretta proprio all’Arena di Verona nel 2014! Devo cercare di andarci! – Non ci sarei andato, ma il duemilaquindici sarebbe diventato l’anno di Romeo e Giulietta. ­– Tra l’altro, io faccio teatro al Liceo, quest’anno rappresenteremo proprio Romeo e Giulietta!
-Wow, fantastico! Tu chi rappresenterai?
-In realtà non ci sono ruoli definiti, siamo tutti Romeo e le ragazze sono tutte Giulietta, gli altri personaggi sono a rotazione tranne Mercuzio e la balia.
-Non ho mai sentito una cosa del genere.
-Beh, neanche io, ma quest’anno lo spettacolo sarà così. Posso confidare nella tua presenza?
-Certo! Non mancherò!
-Ottimo!
-Quale parte ti piace di più? A me piace tantissimo il primo incontro dei due.
-A me piace tutto, ma una delle battute che preferisco è quella di Giulietta verso la fine del dialogo sul balcone: “Io ti ho dato il mio prima che tu me lo chiedessi, e tuttavia vorrei non avertelo mai dato!”
-Non ce l’ho presente, in realtà.
-È una battuta di un dialogo, estrapolata non ha molto senso.
Non capisce il perché di quella battuta, probabilmente non ha capito ancora che sono cotto di lei. Strano, gli altri ormai lo ritengono lampante. La sua ingenuità sarà il mio punto di forza. Spero solo non si trasformi nel mio tallone d’Achille.
Abbiamo ancora un paio di ore da spendere a Verona, ma Francesca torna dalle sue amiche; io torno dalla mia classe. Da Angela, per la precisione. Giriamo insieme, compriamo pensierini per la famiglia, osserviamo le bancarelle, poi torniamo. C’è anche Federico con noi, un ragazzo non della mia classe che ancora non conosco benissimo. Ha i nudolini orientali con sé, io adoro il Giappone, ergo la cosa è fatta. Ci facciamo una foto dalla dubbia bellezza all’interno del Disney Store, poi torniamo davanti l’Arena per ritrovare il gruppo. Tornando verso il pullman, faccio partire dal telefono la canzone “Verona” di Ama e cambia il mondo, pensando che forse la mia Giulietta l’ho trovata.
Oh no, io dovevo riflettere in questa mattinata!
Carico un selfie su Facebook, devo mantenere la promessa dei SelfieOfTheDay.

Questa non è una notte in cui si dorme. Siamo tutti svegli, non sappiamo ancora cosa fare, ma di certo non dormiremo. Ci organizziamo per ritrovarci in una stanza comune. Io però non sono con gli altri. Resto nella mia camera, nei miei pensieri. È arrivato il momento di prendere una decisione.

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