Dodici marzo duemilaquindici. Dopo la colazione in hotel,
partiamo per Mantova. La mattinata si svilupperà nella città del Rigoletto, per
poi pranzare in hotel e andare a Verona, la città di Romeo e Giulietta. Non
aspetto altro. Mantova e Verona le visitai un anno prima con la mia famiglia, e
tornare in una città che hai visitato è come parlare di una donna con cui sei
già stato. Mi sento Cicerone, ma prima un selfie in pullman da pubblicare su
Instagram!
Mantova è una città relativamente tranquilla, nel poco tempo
a disposizione visitiamo Palazzo del Te e il Palazzo Comunale. Francesca è
nuovamente accanto a me, stavolta cerca lei i selfie. Troviamo una mostra
particolare, provocatoria. La visitiamo insieme, non tutti decidono di
entrarci; gli altri rimangono nell’immenso parco antistante la mostra. Mantova
finisce in modo semplice, nel pomeriggio c’è Verona. Verona bella, direbbe il Principe nel musical Ama e cambia il mondo. Ho sempre visto questa città come un
qualcosa di diverso dal solito; le strade ti trasmettono una sensazione diversa
rispetto a quella trasmessa da una Roma – gente su gente su gente – o da una
Lucca – giappominchia su giappominchia su giappominchia -. Verona è una città
dalle mille sfaccettature, eppure ogni volta che la visito la vivo nello stesso
identico modo: chiamatemi sognatore, chiamatemi folle, ma io a Verona rivedo
Romeo e Giulietta. Non solo in un luogo, dappertutto.
Ci rechiamo presso la casa di Giulietta, il mio sguardo
cerca Francesca. La vedo nella mole di ragazzi che si accinge a scattare una
foto con la statua di Giulietta.
-Ehi Francesca, e tu
la foto con la tetta di Giulietta?
-Non so, si dice che
chi la tocca trova l’amore. Io non credo a queste cose.
-Vabbè, non devi farlo
per scaramanzia, giusto per la foto. Dai.
-D’accordo, ma sappi
che non ci credo!
Foto con Giulietta, torna da me.
-Ecco, l’ho fatta.
-Bene, e con me manco
una foto nel luogo di Romeo e Giulietta?
-Ti piace molto la
storia di Romeo e Giulietta? – Mi chiede.
-Beh, è la mia
tragedia preferita. Adoro Shakespeare in tutto, e in particolar modo adoro
Romeo e Giulietta. Ci sarà il musical a Bari in estate, un musical che vidi in
diretta proprio all’Arena di Verona nel 2014! Devo cercare di andarci! – Non
ci sarei andato, ma il duemilaquindici sarebbe diventato l’anno di Romeo e
Giulietta. – Tra l’altro, io faccio
teatro al Liceo, quest’anno rappresenteremo proprio Romeo e Giulietta!
-Wow, fantastico! Tu
chi rappresenterai?
-In realtà non ci sono
ruoli definiti, siamo tutti Romeo e le ragazze sono tutte Giulietta, gli altri
personaggi sono a rotazione tranne Mercuzio e la balia.
-Non ho mai sentito
una cosa del genere.
-Beh, neanche io, ma
quest’anno lo spettacolo sarà così. Posso confidare nella tua presenza?
-Certo! Non mancherò!
-Ottimo!
-Quale parte ti piace
di più? A me piace tantissimo il primo incontro dei due.
-A me piace tutto, ma
una delle battute che preferisco è quella di Giulietta verso la fine del
dialogo sul balcone: “Io ti ho dato il mio prima che tu me lo chiedessi, e
tuttavia vorrei non avertelo mai dato!”
-Non ce l’ho presente,
in realtà.
-È una battuta di un
dialogo, estrapolata non ha molto senso.
Non capisce il perché di quella battuta, probabilmente non
ha capito ancora che sono cotto di lei. Strano, gli altri ormai lo ritengono
lampante. La sua ingenuità sarà il mio punto di forza. Spero solo non si
trasformi nel mio tallone d’Achille.
Abbiamo ancora un paio di ore da spendere a Verona, ma
Francesca torna dalle sue amiche; io torno dalla mia classe. Da Angela, per la
precisione. Giriamo insieme, compriamo pensierini per la famiglia, osserviamo
le bancarelle, poi torniamo. C’è anche Federico con noi, un ragazzo non della
mia classe che ancora non conosco benissimo. Ha i nudolini orientali con sé, io
adoro il Giappone, ergo la cosa è fatta. Ci facciamo una foto dalla dubbia
bellezza all’interno del Disney Store, poi torniamo davanti l’Arena per
ritrovare il gruppo. Tornando verso il pullman, faccio partire dal telefono la
canzone “Verona” di Ama e cambia il mondo,
pensando che forse la mia Giulietta l’ho trovata.
Oh no, io dovevo
riflettere in questa mattinata!
Carico un selfie su Facebook, devo mantenere la promessa dei
SelfieOfTheDay.
Questa non è una notte in cui si dorme. Siamo tutti svegli,
non sappiamo ancora cosa fare, ma di certo non dormiremo. Ci organizziamo per
ritrovarci in una stanza comune. Io però non sono con gli altri. Resto nella
mia camera, nei miei pensieri. È arrivato il momento di prendere una decisione.
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